Sono nata a Scutari nel 1986 e nel 2004 sono partita per studiare in Italia, all’Università di Torino, dove mi sono laureata in lingue, e ho ottenuto un Master in culture e scienze del turismo.

Tornata a Scutari ho cominciato a collaborare con l’Art House dell’artista albanese Adrian Paci e sono diventata responsabile della comunicazione e promozione del Museo nazionale della fotografia di Marubi, sempre in città.

Lavoro in una realtà privilegiata, al Museo nazionale della fotografia di Marubi, dove custodiamo un archivio di oltre 500.000 negativi sulla storia del nostro Paese, un esempio quasi unico in Europa per qualità e importanza dal punto di vista documentario, riconosciuto come patrimonio internazionale dell’Unesco. Lavorare nel settore culturale in Albania, a parte chi come me lavora in una realtà pubblica, non è assolutamente semplice, abbiamo ancora molto da costruire.

Basti pensare che le prime iniziative private, in ambito culturale, sono cominciate solo nel 2012. Questo accade perché la cultura è ancora un settore considerato di lusso, per certi versi superfluo, secondario, che non porta economia, e quindi gli viene prestata poca attenzione. Eppure il nostro è un paese che a livello culturale produce tanto, è un territorio fertile, con una popolazione giovane, tanti artisti. Ed è nostro dovere puntare su questa risorsa, farla crescere, trasformarla in un’attività riconosciuta e capace di generare sviluppo e prosperità..

Oggi in Albania dobbiamo puntare soprattutto sulla dimensione piccola, locale, di qualità, lavorando alla sua promozione, e poi farla crescere, in tutti i settori. Nel nostro Paese sono presenti tantissimi “formicolii” e il mio sogno è che un giorno tutto questo possa svilupparsi in più direzioni, dalla cultura, all’arte, all’agricoltura. In modo da garantire una prospettiva al mio Paese, uno sviluppo che oggi si fatica ancora a intravvedere: da due o tre anni a questa parte infatti assistiamo purtroppo a un’emigrazione massiccia di giovani, con alta formazione, attratti verso paesi esteri, in cerca di prospettive che qui non trovano. E questo mi preoccupa molto per il futuro dell’Albania.

Qui non c’è ancora una situazione stabile, viviamo una dinamicità caratterizzata da forte precarietà in qualsiasi ambito lavorativo, anche nel settore culturale. Eppure io sono sicura che in futuro questa stabilità la troveremo, è solo questione di tempo, e allora il nostro Paese potrà risollevarsi e garantire le opportunità che meritano a tutti, a partire dalla nostra meglio gioventù.