Sono nato nel 1970 a Radhimë, nel golfo di Valona, e da ragazzo sono emigrato all’estero in cerca di fortuna.
Ho lavorato dieci anni in Italia, ho fatto tante cose, ma quando sono stato a Palinuro e ho visto l’attività di pesca turismo, ho capito subito che poteva essere il futuro per il mio villaggio.

Sono tornato definitivamente in Albania intorno al 2000, a Radhimë, nel mio villaggio. Con i soldi che avevo messo da parte ho comprato una barca da pesca in Grecia, perché mi ero convinto che la pesca potesse essere il mio futuro. Nel frattempo i primi turisti cominciavano a scoprire il nostro Paese, e così ho deciso di portarli sulla mia barca nel golfo di Valona.

Oggi dirigo una cooperativa di pescatori con 6 barche, tutte impegnate a pescare e ad accompagnare i turisti nei mari d’Albania. Abbiamo creato un punto vendita pesce fresco lungo la strada e un ristorante all’aperto in riva al mare. La nostra attività va bene, è in crescita, ma non è assolutamente una passeggiata, abbiamo veramente tanto lavoro da fare tutti i giorni. Eppure se vogliamo che questo Paese cresca dobbiamo metterci in testa che sono le idee che fanno i soldi, e non i soldi che fanno i soldi: anche se il mito del dollaro esiste ancora, oggi in Albania quelli che si spaccano la schiena sono molti di più di quelli che vogliono fare soldi facili.

Per la nostra attività il mare è tutto, e i pescatori devono essere i custodi dell’ambiente marino, che è il bene comune che permette di sopravvivere a tutti noi. E’ per questo che stiamo cercando di far capire a quei colleghi che ancora non si sono messi in regola che pescare di frodo danneggia tutti, anche loro. C’è chi pesca con la dinamite, chi va a gettare le reti nelle zone protette. Ma così finiranno per rovinare tutto. Il fatto che siamo riusciti a creare la zona marina protetta nella baia di Valona, ad esempio, è stata una fortuna. I primi tempi è stato difficile farlo capire, c’è chi si è arrabbiato, ma oggi questa riserva ci tutela a tutti quanti. E gli albanesi cominciano a capirlo.

Nel nostro paese da qualche anno ci sono parecchi segnali positivi: tornano alcuni immigrati dall’estero, il turismo è in costante aumento e l’economia comincia a girare.

Sogno che un giorno i miei figli possano diventare più bravi di me in barca e che continuino la nostra opera di difesa del mare, di tutto il Mare Mediterraneo, insieme ai colleghi europei.  Perché anche se oggi noi albanesi facciamo ancora fatica a farci accettare a livello internazionale, con la mente siamo già in Europa.